E domani?

Quanta verità e quanto senso di esperienza umana in queste parole di Gesù. Quanto purtroppo ne siamo lontani! Valutare questo tempo; trovare un accordo con l’avversario altrimenti si paga fino all’ultimo.

Ieri, in una classe, ho riproposto le immagini dell’invocazione alla pace vissuta insieme lunedì. Al vedere, tra le altre, anche la bandiera di Israele, un ragazzo nordafricano ha gridato “bruciamola!” immediatamente seguito dagli ucraini “morte alla Russia!”.

Fa impressione trovarsi di fronte ad adolescenti carichi d’odio e rancore, desiderosi di vedere la morte del nemico. Sono nuvole che salgono da ponente portando pioggia. Direi tempesta. Stiamo seminando odio, insegnando vendetta, educando alla divisione. Noi che abbiamo visto cadere il muro di Berlino nell’89 e sciogliersi gli assolutismi dell’Europa Est; noi che abbiamo gioito per la fine dell’apartheid in Sudafrica con Mandela e De Klerk; noi che ricordiamo gli accordi di Oslo con Rabin e Arafat nel ’93; a noi viene da piangere nel vedere la guerra presentata come unica soluzione.

Perché la guerra non è un problema soltanto oggi. Lo sarà domani, per generazioni. La guerra insegna. Insegna falsità ma le insegna bene. Sono lezioni indelebili, impresse nel cuore giovane di chi non ha fatto in tempo a studiare storia e già si trova a scriverla, già si trova a darne la sua versione inquinata d’odio e pregiudizio, già si trova a gridare “bruciate tutti!” e non sa nemmeno a chi lo dice. Vergogna a chi ancora crede che l’uso della violenza semini pace. Vergogna alla sua intelligenza… https://lalocandadellaparola.com/2023/10/27/e-domani/

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